Il sito archeologico di Boškina, situato lungo il tracciato del gasdotto principale Pola–Karlovac, nei pressi del villaggio di Krvavići, è stato scoperto durante gli scavi archeologici del 2005 e 2006. Le ricerche hanno mostrato che nei secoli I e II l’area era occupata da una villa rustica – un podere rurale romano con edifici agricoli e terreni annessi.
L’area scavata, lunga 150 metri e larga 6,5 metri, attraversava tre settori architettonici:
-
Parte sud-occidentale, in cui sono stati ritrovati i fondamenti di locali ausiliari meno conservati e strade di accesso,
-
Parte centrale, meglio conservata, identificata come complesso residenziale e produttivo,
-
Parte nord-orientale, dove è stato individuato un tratto del largo muro di recinzione della proprietà.
Secondo i reperti archeologici, la villa fu costruita tra il I e il II secolo e, cosa insolita per questo tipo di edifici, fu abitata per circa 150 anni soltanto. A differenza di molti altri complessi romani, non ebbe una lunga continuità d’uso fino all’epoca tardoantica, ma fu abbandonata precocemente, probabilmente a causa del crollo economico dei proprietari. Proprio per questo motivo, il sito è eccezionalmente ben conservato, in uno stato che riflette quasi completamente il II secolo, fornendo agli archeologi preziose informazioni sul modo di vivere dell’epoca.
I resti di anfore e l’ipotesi della loro produzione locale indicano che la tenuta era impegnata in viticoltura, produzione di olio d’oliva e allevamento del bestiame. L’edificio, probabilmente di circa 400 m², aveva due ali e formava una pianta a U, con un cortile centrale e muri di recinzione intorno all’intero complesso. Si ritiene che dalla villa partisse anche una strada romana verso Vodnjan, utilizzata per il trasporto delle merci.
Nella parte produttiva sono stati rinvenuti numerosi reperti che testimoniano i processi di lavorazione:
-
Due pithoi (grandi contenitori in argilla),
-
Un mortaio,
-
Resti di una torchiatrice e di un canale in pietra,
-
Vasi in ceramica,
-
Monete dell’epoca dell’imperatore Vespasiano,
-
Una torchiatrice per olio ben conservata,
-
Un ago da cucito in bronzo.
Sulla base di questi reperti, gli archeologi concludono che la stanza era utilizzata principalmente per la lavorazione delle olive e la produzione di olio d’oliva, una delle attività economiche principali delle ville romane in questa area.



















